Anonymous (Roland Emmerich, 2011)

anonymous recensioneNon so quanto competenti siate voi sull’età elisabettiana, ma spero che siate più ferrati della giovine che fuori dal cinema ha esclamato sconcertata: “Oh my God, ma la Regina Elisabetta aveva dei figli!”.

Anonymous affida la paternità si William Shakespeare a Edward de Vere, diciassettesimo conte di Oxford. Il drammaturgo semi-fallito Ben Jonson viene pagato perché metta finalmente in scena le opere del conte. Quando Ben decide di rinunciare, l’attore analfabeta e vanesio Will Shakespeare si fa avanti e si trasforma in un personaggio pubblico di grande fama.
Nel frattempo si svolge anche la lotta per la successione al trono di Elisabetta I. Tale Elisabetta ha reso le cose più complicate seminando figli illegittimi a destra e a manca, uno dei quali – Henry Wriothesley, il terzo duca di Southampton – potrebbe essere erede al trono invece di Giacomo VI di Scozia.

Se suona tutto assurdo, è perché lo è.
La combinazione della Prince Tudor Theory con la fantasia di John Orloff  è un mostro a tre teste, ma teoria è così ingegnosa e ben costruita che farà quasi dubitare quello in cui avete sempre creduto.
Anonymous è talmente pompato di CGI, brandelli Shakespeariani e elementi vari di distrazione (vedi l’abbondanza di Jamie Campell-Bower nudo) da disorientare lo spettatore, e andare a fondo grazie alla convinzione totale di Emmerich che le cose siano andate proprio come dice lui.

Una volta che avrete assegnato un’identità a ciascuno dei personaggi con una parrucca, e avrete abbinato la versione “attuale” a quella dei flashback, sarete a cavallo: sarà molto più facile apprezzare l’intrigo di corte e il mistero di Shakespeare una volta che avrete abbinato un nome a tutti i conti coi riccioloni e a tutti i teatranti scapestrati.

A rendere il tutto ancora più convincente, c’è che nessun attore è cane: ci sono l’accoppiata madre/figlia di Vanessa Redgrave e Joely Richardson ad intepretare Elisabetta I, il protagonista Rhys Ifans mai stato così serio e consistente, David Thewlis e Edward Hogg viscidissimi.

I professori della tipa di inizio post si strapperanno i capelli quando lei sosterrà che Shakespeare non ha scritto Shakspeare.
Voi, spero, uscirete dal cinema e vi renderete conto di quale idiozia vi è appena stata propinata. Ma ammetterete che Anonymous è un film divertentissimo.

file under: for the lulz.
voto finale: 3.5/5
coefficiente pianto 0/5: sarete troppo impegnati a ridere anche quando le cose si fanno tragiche.
trivia: ci sono più incorrettezze storiche che in Shakespeare In Love. E Oxford è morto dieci anni prima che Shakespeare iniziasse a scrivere. Ma nessuno lo dica a Emmerich.

2 thoughts on “Anonymous (Roland Emmerich, 2011)

  1. mi intriga tantissimo…credo che il trucco sia proprio prendere la verità storica e metterla da parte per lasciarsi trasportare da quella che sembrerebbe un’ottima rappresentazione teatrale(un po come in Shakespeare in love, che io lo amo tantissimo nonostante la tazza souvenir di Strafford upon Avon che si vede nei primi minuti!)

  2. Pingback: fra teatri e corone c’è il NO « Cidindon's Weblog

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